Intelligenza artificiale e apprendimento degli adulti: nuovi modelli e prospettive

Analisi dei bisogni, digitalizzazione, apprendimento e ruolo dei Fondi interprofessionali. Per trattare questi temi abbiamo intervistato Vivaldo Moscatelli, advisor di Ecosistema Formazione Italia, già consigliere nazionale dell’Associazione Italiana Formatori, il quale lavora alla Scuola di Formazione della Banca d’Italia. Moscatelli è Ambassador per la Comunità Europea nel progetto EDSC sulla certificazione delle competenze digitali. Per favorire la conoscenza dell’IA, in particolare in ambito formativo, ha creato il social #OpenAIF (www.bit.ly/openaif) per la diffusione della conoscenza dell’intelligenza artificiale. Con lui abbiamo parlato di impatto dell’intelligenza artificiale nell’evoluzione dei modelli di apprendimento degli adulti e del ruolo della formazione finanziata nel contesto attuale e nel prossimo futuro.

Cosa sta cambiando in materia di analisi del bisogno e programmazione formativa?

Stiamo assistendo a un’evoluzione significativa: il passaggio da una formazione che mette al centro i bisogni formativi a una che si concentra sulla performance desiderata. Questo significa che l’obiettivo non è tanto fornire conoscenze, ma piuttosto garantire che la formazione trasferisca competenze e abilità direttamente applicabili e misurabili, mettendo al centro il miglioramento delle prestazioni e le esigenze di sviluppo attese.

Parallelamente, la programmazione si sta orientando sempre più verso un approccio centrato sulla persona con un’attenzione particolare al timing e al placing della formazione. LIFOW, “Learning in the Flow of Work”, è l’approccio vincente, in grado di garantire lo sviluppo individuale e il più ampio processo di crescita organizzativa.

Quale contributo sta arrivando dalla digitalizzazione e dall’intelligenza artificiale nell’ambito dell’apprendimento degli adulti?

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il settore. Mi sentirei di mettere l’accento su tre aspetti, in primo luogo la possibilità di supportare tutto il processo di formazione, velocizzando lo sviluppo, aumentando la qualità e abbattendo i costi, trasformando e potenziando il ruolo del progettista didattico

In secondo luogo, la realizzazione di alcune promesse “mancate” dell’e-learning, in particolare la possibilità di offrire metodi personalizzati e flessibili a supporto dell’apprendimento, assecondando i vari stili individuali; la formazione asincrona è sempre stata caratterizzata da contenuti cristallizzati a un qualche momento nel passato: ora possiamo interagire, all’interno di un corso, con un agente intelligente a cui chiedere spiegazioni sempre nuove, nei modi che ci sono più congeniali.

Come terzo elemento, si stanno sfumando le classificazioni temporali e di relazione della formazione: in particolare la definizione di sincrono e asincrono comincia a perdere valore con l’IA che può interagire con il discente per rispondere a domande, consigliare risorse, istruire “on demand”.

Quale ruolo possono giocare i Fondi interprofessionali per sostenere la transizione digitale e la ridefinizione delle competenze?

Il loro ruolo è decisivo ma c’è l’urgenza di lavorare d’anticipo. Stiamo percorrendo di nuovo una strada familiare: abbiamo avuto con il digitale la necessità di evolvere da uso come semplice strumento a metodo di lavoro, pervasivo e ubiquo, per arrivare al mindset. Ora con l’intelligenza artificiale siamo di nuovo all’uso come strumento: i Fondi interprofessionali possono essere i precursori per aiutare a facilitare le evoluzioni necessarie.

Un Suo parere sulla specificità di Fondoprofessioni nel panorama della formazione finanziata.

Fondoprofessioni si distingue nel panorama della formazione finanziata per la sua capacità di anticipare e rispondere alle esigenze formative emergenti in ambito professionale. La sua specificità risiede non solo nel supporto offerto per l’aggiornamento continuo e lo sviluppo delle competenze, ma anche nell’innovazione e nella flessibilità delle sue iniziative formative.

Quali sinergie tra attori del sistema della formazione continua in Italia ritiene possano dare più risultati?

Le sinergie più efficaci si realizzano quando diversi attori collaborano con visione e scopo comuni. L’unione di forze tra università, fondi interprofessionali, aziende e provider di formazione crea un ecosistema ricco di opportunità, in cui ogni parte contribuisce con la propria expertise e risorse. Questo approccio integrato non solo amplifica l’efficacia dei programmi formativi, ma ispira anche un rinnovamento continuo delle competenze che risponde dinamicamente alle sfide del mercato lavorativo. Incoraggiando questa sinergia, possiamo costruire un futuro in cui la formazione continua sia un pilastro di sviluppo professionale e individuale, alimentando l’innovazione e la crescita in tutto il tessuto economico e sociale del paese di cui i professionisti sono un’anima pulsante.