La platea di iscritti al Fondo è composta per oltre il 65% da studi/aziende con massimo tre dipendenti, con una maggioranza delle adesioni proveniente dal comparto professionale (circa il 70%).
Il presidente Marco Natali: «Con i suoi 36 mila studi/aziende aderenti, Fondoprofessioni rappresenta un unicum nel panorama europeo della formazione continua»
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Giovedì 25 gennaio 2024 si è svolto a Roma il convegno dal titolo “Fondoprofessioni: vent’anni di formazione. Evoluzione e nuove sfide nell’era delle transizioni”, per la celebrazione dei vent’anni di attività del Fondo interprofessionale per la formazione continua dei dipendenti degli studi professionali e delle aziende collegate. La relazione introduttiva dell’evento è stata curata da Marco Natali, Presidente di Fondoprofessioni.
Sono intervenuti rappresentati delle istituzioni, tra i quali Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei Deputati, e Massimo Bitonci, Sottosegretario del Ministero delle Imprese e del made in Italy, oltre ai rappresentanti delle Parti sociali (Confprofessioni, Cgil, Cisl e Uil) e ad esperti in materia di formazione, lavoro e ricerca.
In questa occasione è stato presentato il 1° Rapporto sulla formazione continua di Fondoprofessioni, a cura di Paolo Feltrin, coordinatore scientifico dell’Osservatorio delle Libere Professioni. Si tratta di una analisi a tutto tondo, ma soprattutto di uno spaccato rappresentativo della formazione continua degli studi professionali e delle aziende ad essi collegate.
Nel panorama europeo la formazione continua viaggia a due velocità. Rispetto agli obiettivi europei 2030, nell’ambito del job related diversi Paesi hanno già centrato il target del 60%. L’Italia galleggia a metà strada e l’obiettivo del 60% è ancora lontano. La quota di lavoratori che nel 2022 ha partecipato a corsi di formazione si attesta infatti al 37,6%, ben lontano dai livelli, per esempio, di Francia (49,9%) e Spagna (48,5%).
«I Fondi interprofessionali hanno dimostrato di giocare un ruolo fondamentale per la formazione continua nel nostro Paese, tuttavia nelle piccole e piccolissime unità produttive le adesioni ai fondi sono molto più basse, così come i tassi di partecipazione ai corsi. Fondoprofessioni, con i suoi 36 mila studi/aziende aderenti, rappresenta un unicum», ha commentato il presidente Natali. Infatti, la platea di iscritti è composta per oltre il 65% da studi/aziende con massimo tre dipendenti, con una maggioranza delle adesioni proveniente dal comparto professionale (circa il 70%); proprio per questo motivo il Rapporto risulta particolarmente rappresentativo.
Secondo il Rapporto, nell’ambito dei bandi di Fondoprofessioni destinati agli iscritti, l’area tematica che cresce maggiormente per numero di corsi realizzati nel biennio 2021/2022 rispetto al 2017/2018, è quella dell’“innovazione e digitalizzazione” (90,5%), seguita da “sviluppo di abilità personali in ambito lavorativo” (29,6%), “comunicazione, vendita e marketing” (19,2%), infine “etica, responsabilità sociale e sostenibilità ambientale” (16,3%). Trend incoraggianti, se si considera il campione di riferimento, costituito da studi e aziende di più piccola dimensione. Complessivamente, dal 2017 al 2022 si sono consolidati anche ambiti formativi più tradizionali. Il 66% dei corsi a catalogo finanziati riguarda gestione e amministrazione, ricomprendendo all’interno i temi fiscali, contabili e lavoristici, tipici dell’area delle professioni economico-amministrative.
Sempre nel periodo 2017-2022 quasi il 65% della partecipazione ai corsi finanziati è riferita alle donne, come riflesso della composizione di genere dell’occupazione del comparto professionale, con una prevalenza di allievi nella fascia di età tra i 35 e i 54 anni (di poco inferiore al 60% nell’intero periodo). Cresce inoltre la frequenza nella fascia 55-64 anni (circa il 35% del totale).
Dalla sua costituzione il Fondo ha stanziato circa 120 milioni di euro per il finanziamento della formazione del personale degli studi e delle aziende, coinvolgendo quasi 200 mila lavoratori. Nello specifico, per il 2024 è prevista una dotazione di 8 milioni di euro per il finanziamento della formazione, attraverso quattro Avvisi già pubblicati.
«Ma si potrebbe fare molto di più e meglio, infatti, le risorse destinate ai Fondi interprofessionali sono oggetto della trattenuta disposta dalla Legge n. 190/2014, che riduce le somme disponibili per il training del personale», ha aggiunto Natali. «Secondo il Rapporto di Fondoprofessioni, è necessario avviare una riflessione sugli interventi di manutenzione straordinaria da apportare alle normative di riferimento dei Fondi interprofessionali, strumenti di indubbio successo dai quali dipende lo sviluppo della formazione continua in Italia».