La formazione che cambia, tra effetti prodotti e trasparenza delle competenze

Cambiamenti nella progettazione formativa, effetti della formazione sui partecipanti e trasparenza delle competenze acquisite. La formazione continua sta evolvendo in varie direzioni. Di questi temi abbiamo parlato con Roberta Spilli, consulente nell’ambito della progettazione, valutatrice accreditata presso Fondoprofessioni e componente del gruppo per la rilevazione degli effetti della formazione. Il punto di osservazione di Spilli è particolarmente significativo, poiché conduce l’attività di analisi degli effetti della formazione sui lavoratori e sulle imprese nell’ambito dei piani formativi di Fondoprofessioni. Una iniziativa che rappresenta un unicum e che dimostra l’attenzione del Fondo verso gli impatti prodotti dalla formazione. Ora però il Decreto del M.L.P.S. del 9 luglio 2024 potrebbe introdurre significative novità e segnare un cambio di paradigma.

Dott.ssa Spilli, come stanno cambiando l’analisi dei fabbisogni e la progettazione formativa?

Per poter massimizzare l’efficacia degli interventi rendendoli maggiormente pertinenti e allineati con le diverse esigenze e aspettative, l’analisi dei fabbisogni e la progettazione formativa sono interessate da un processo di trasformazione verso un approccio più personalizzato. Si sta passando da un approccio “one size fits all” ad una personalizzazione che tenga conto delle esigenze di tutti i soggetti coinvolti rendendo queste due attività più dinamiche, flessibili e orientate ai risultati.

Si sta cercando di passare da un approccio standardizzato e uniforme in cui tutti ricevono lo stesso contenuto, con gli stessi metodi, nello stesso formato ad un approccio in cui metodi e contenuti siano adattati anche alle esigenze, ai livelli di partenza e agli obiettivi dei diversi partecipanti.

Grazie anche alle tecnologie emergenti, come le piattaforme e – learning basate sull’intelligenza artificiale, o a metodologie come, per esempio, microlearning o gamification, è possibile offrire percorsi formativi dinamici e personalizzati.

Quali elementi state raccogliendo dai dipendenti e dalle imprese coinvolte nella formazione con Fondoprofessioni?

Ciò che è emerso chiaramente dai primi risultati dell’indagine condotta in merito alla valutazione dell’efficacia della formazione realizzata attraverso Fondoprofessioni, per quanto riguarda i partecipanti, è il riconoscimento dell’utilità della formazione per il miglioramento delle competenze per poter svolgere il proprio lavoro; per quanto riguarda gli studi/le aziende, è la possibilità di valutare l’effettiva trasferibilità degli apprendimenti nel contesto lavorativo.

Risulta ancora evidente una certa eterogeneità rispetto alle finalità e modalità di progettazione, realizzazione e valutazione delle attività formative in relazione alla dimensione dell’impresa.

Nelle realtà micro o di piccole dimensioni molto spesso la formazione coincide con l’aggiornamento; non si sviluppano nuove competenze ma si integrano quelle già possedute con novità normative oppure metodologiche o tecnologiche.

Per quanto riguarda il processo di analisi dei fabbisogni molto spesso le diverse realtà aziendali non hanno un “ruolo attivo”, attraverso lo sviluppo di procedure aziendali interne, ma delegano tale attività al soggetto che erogherà il percorso formativo.

Che ruolo giocano lo sviluppo e l’adeguamento delle competenze nel mercato del lavoro odierno?

Giocano sicuramente un ruolo centrale e strategico in un mercato del lavoro che è caratterizzato da continui e rapidi cambiamenti. Il mondo del lavoro, oggi, richiede che le competenze di tipo tecnico – specialistico siano accompagnate da crescente flessibilità professionale, capacità di adattarsi ai cambiamenti tecnologici, competenze interpersonali come la capacità di trasmettere conoscenze, la capacità di ascolto e comprensione ma anche l’originalità la prontezza di idee, l’apprendimento attivo, valutare e prendere decisioni.

Lo sviluppo o l’adeguamento di queste competenze aumenta non solo l’autonomia del lavoratore ma anche la sua motivazione, la sua soddisfazione lavorativa ma soprattutto innesca un circolo virtuoso di apprendimento continuo.

Guardando ai processi di messa in trasparenza e validazione degli apprendimenti quali evoluzioni intravede con riferimento ai Fondi interprofessionali?

Il recente decreto del Ministero del Lavoro del luglio 2024 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’8 agosto successivo, all’art 4 comma 1 lettera a) ha stabilito che per i progetti ammessi a finanziamento da parte dei Fondi Interprofessionali sono i Fondi stessi gli enti titolari “per i servizi di individuazione, di validazione e certificazione delle competenze acquisite in esito agli interventi promossi dagli stessi”.

Questo decreto, nell’ottica del Lifewide Learning, ha riconosciuto un ruolo fondamentale ai Fondi Interprofessionali nel processo di IVC per poter rendere visibili e riconoscibili le competenze acquisite in contesti di apprendimento non formale o informale.

Necessariamente i Fondi dovranno definire criteri e acquisire metodologie per garantire la riconoscibilità delle competenze acquisite e rispondere in maniera efficace a quanto disposto dalla normativa.