La formazione continua vista dall’Unione giovani dottori commercialisti

I dottori commercialisti ed esperti contabili sono tra le categorie professionali che maggiormente utilizzano Fondoprofessioni per il finanziamento della formazione del proprio personale. Voucher a catalogo, Avvisi tematici e settoriali, iniziative dedicate alle aziende clienti, sono tante le opportunità per gli Studi previste da Fondoprofessioni, per rispondere alle esigenze formative e offrire nuovi servizi.
Per analizzare le aspettative dei giovani commercialisti ed esperti contabili, rispetto al tema dello sviluppo delle competenze, abbiamo intervistato Massimiliano dell’Unto, componente della Fondazione Centro Studi Ungdcec, impegnato nella promozione del training finanziato dal Fondo.

Secondo Lei di quale formazione c’è più bisogno nel settore dei Commercialisti?

Rispondo provocatoriamente rimodulando la domanda: quale è il settore dei Commercialisti in cui c’è più bisogno di formazione? Ci chiediamo questo perché nel macro insieme dei Dottori Commercialisti esistono numerosi sotto insiemi che circoscrivono le varie aree di competenza nelle quali le Colleghe ed i Colleghi operano. Aree che si intersecano fra loro generando un dinamico scambio di informazioni che alimenta un continuo bisogno di formazione degli Studi Professionali e delle Imprese.
In termini di contenuti, quindi, è complicato individuare una priorità di fabbisogno formativo per i Commercialisti. Ognuno, sulla base all’area di specializzazione che presidia, ha proprie necessità e nessuna di esse può esser considerata secondaria altrimenti viene meno il plusvalore che il nostro agire sistemico offre al Cliente.
Quale formazione quindi? Preferirei individuarla per linee d’azione, anziché per contenuti specifici.
Una prima linea dedicata all’aggiornamento professionale: i cambiamenti normativi, ormai quasi quotidiani in tutti i nostri settori di riferimento, necessitano un approccio di apprendimento costante senza soluzione di continuità, che coinvolga tutte le figure attrici nello studio professionale.
Una seconda linea deve invece riguardare aspetti di organizzazione della nostra attività all’interno degli studi: mi riferisco a tutto quello che interessa tecnologia, digitalizzazione e sostenibilità applicabile allo svolgimento quotidiano della professione.
La terza linea d’azione formativa è strategicamente la più importante: formazione su tematiche che oggi ancora non sono oggetto della nostra attività ma che lo potrebbero essere o lo saranno in futuro. Rispetto alle prime due linee, con questa attività formativa l’obiettivo è quello di far trovare il Dottore Commercialista pronto a reagire ai cambiamenti culturali, economici e tecnologici che avverranno in futuro. Essa non ha un’utilità operativa immediata, bensì nel lungo periodo, affinché il professionista mantenga il suo vantaggio competitivo anche in contesti mutati rispetto a quelli attuali.

Cosa ne pensa dell’attività svolta da Fondoprofessioni per gli Studi e le Aziende?

Fondoprofessioni è oggettivamente una leva competitiva per tutti i soggetti economici. In generale, l’offerta formativa per Studi e Aziende si è ampliata negli ultimi anni, creando però dispersione di contenuti e soggetti destinatari. Il sistema di offerta mediante gli avvisi e la formazione a catalogo di Fondoprofessioni permette invece l’implementazione di un sistema di apprendimento aderente ai reali bisogni degli specifici fruitori, riducendo al minimo il loro sforzo economico e gestionale nel percorso formativo.
I datori di lavoro in molti casi debbono ancora fare lo sforzo mentale per comprendere che il fondo interprofessionale non è un fornitore di servizi, ma un vero e proprio partner per il loro percorso evolutivo. Integrando Fondoprofessioni nel proprio piano strategico, Studi e Aziende hanno la possibilità di rendere i loro organigrammi fluidi sul piano delle conoscenze per reagire alle dinamiche contemporanee di mercato e per aggredire quelle future.
Sicuramente Fondoprofessioni è uno strumento fondamentale affinché Studio e Aziende trasformino la loro passività del problem solving in politiche attive di problem setting. Rivolgendosi ad una platea di utenti molto variegata, il Fondo talvolta può trovare alcune difficoltà nel declinare la sua offerta verso tutte le esigenze possibili; l’uscita positiva da questi due anni di pandemia è sicuramente l’occasione per aggiornare la comprensione dei modelli gestionali dei potenziali beneficiari, affinando ancora di più gli strumenti formativi proposti.

Tradizionalmente, gli Studi dei commercialisti sono tra i principali beneficiari dei voucher per la formazione a catalogo. Quali risposte avete trovato, invece, negli Avvisi 07/21 e 08/21?

Probabilmente la formazione a catalogo appare come strumento più pratico per il singolo beneficiario. Essa riesce a soddisfare bisogni di incremento della conoscenza nello studio professionale con rapidità e precisione nei contenuti. Il fruitore dei percorsi formativi trova appunto nel catalogo prodotti già strutturati sulla base di necessità comunemente avvertite e ne fa richiesta autonomamente.
L’UNGDCEC in coerenza con lo spirito di aggregazione che la contraddistingue, ha individuato negli Avvisi 07/2021 (formazione in materia di lavoro) e 08/2021 (formazione in materia di gestione dello studio professionale, sostenibilità e crisi d’impresa) potenzialità dell’aggregazione della domanda formativa dei Dottori Commercialisti.
Trattandosi infatti di avvisi pluriaziendali, è stato possibile rivolgersi ad un’ampia platea di studi professionali individuandone il comune fabbisogno conoscitivo e fornire loro una soluzione customizzata. Il paradosso positivo dell’architettura formativa degli Avvisi 07 e 08 è che a fronte di un percorso collettivo di apprendimento, ciascuno studio di Commercialisti partecipante vedrà soddisfatti i propri specifici bisogni formativi. Una docenza tailor made che probabilmente molte piccole realtà professionali, soprattutto giovani, non avrebbero potuto sfruttare per migliorare e incrementare le proprie conoscenze.
L’interazione sinergica tra l’UNGDCEC, nell’analisi dei bisogni dei propri associati, e Fondoprofessioni, nell’offerta di risorse e strumenti didattici, dimostra come sia possibile affiancare alla formazione a catalogo dei percorsi formativi strategici per la valorizzazione delle professioni nel lungo periodo.